Intelligenza artificiale nel reclutamento

In che modo l'intelligenza artificiale sta cambiando il processo di recruiting?

15.11.2021

In Markas le persone rappresentano la risorsa principale della nostra azienda e il motivo del nostro successo.

Nell'ultimo anno abbiamo ricevuto oltre 6000 curriculum, ottimizzare il processo di assunzione e selezionare i candidati più qualificati è fondamentale. 

Ma l'intelligenza artificiale (AI) è davvero indispensabile nel processo di recruiting? Il machine learning può davvero sostituire il giudizio umano?
 
 
 
Intelligenza artificiale nel reclutamento- candidati
L'intelligenza artificiale per l'efficienza e la qualità

Time-to-hire e quality-of-hire sono due indicatori chiave nel processo di selezione dei candidati. Incorporare l'intelligenza artificiale (AI) in questo processo può far risparmiare tempo. Un sistema avanzato è in grado di identificare e selezionare i potenziali candidati, identificando con maggiore velocità e precisione le qualifiche e l'esperienza ricercata. 

"I recruiter in media spendono la maggior parte del loro tempo nell'esaminare i curriculum dei candidati, inserendo l'intelligenza artificiale in questa fase è possibile ridurre i compiti ripetitivi e soprattutto risparmiare tempo prezioso per le fasi successive del processo di selezione. Tuttavia questa situazione è riscontrabile nelle grandi organizzazioni, dove quotidianamente si riceve un grande numero di curriculum. Per le aziende più piccole invece, che hanno diversi tipi di requisiti o budget, l'Intelligenza Artificiale non è altrettanto efficiente" afferma Alessandro Cench, Responsabile Selezione, Organizzazione e Progetti HR Markas.
 
 
Artificial Intelligence in recruiting - person working on a laptop
Intelligenza artificiale: imparziale o impersonale?

L'intelligenza artificiale (AI) può essere uno strumento efficace per il processo di selezione, ma può davvero sostituire il fattore umano? "In effetti questo strumento può garantire un certo livello di imparzialità durante il processo di selezione, ma gli algoritmi sono programmati da persone che potrebbero avere a loro volta dei pregiudizi e di conseguenza comprometterne la neutralità. Nella città di New York si sta considerando di introdurre alcune restrizioni per quanto riguarda l'uso dell'intelligenza artificiale (AI) nella selezione del settore pubblico*. Allo stesso modo gli strumenti di riconoscimento facciale e i chatbot possono creare ansia nei candidati e compromettere così la loro performance" dice Alessandro. 

"Per il momento è difficile che gli algoritmi utilizzati nel processo di selezione possano sostituire gli esseri umani e il contatto personale. Ecco perché i professionisti delle risorse umane dovrebbero usare l'intelligenza artificiale (AI) con cautela. La chiave è mantenere l'equilibrio tra l'empatia umana e l'intelligenza della macchina, soprattutto nelle aziende che si concentrano su servizi e interazione umana" conclude Alessandro.

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*fonte: Focus.it