Cosa ispira uno chef?
Ogni giorno, nei centri di cottura Markas, vengono preparati con passione e amore migliaia di pasti nutrienti ed equilibrati.
Ma vi siete mai chiesti chi sono i protagonisti di questi piatti?
Abbiamo incontrato alcuni dei nostri cuochi e chef per scoprire il loro modo di vivere il cibo e cosa li ha spinti a perseguire questa strada. Passione, disciplina, ambizione o altro? Ecco cosa ci hanno detto!
Ma vi siete mai chiesti chi sono i protagonisti di questi piatti?
Abbiamo incontrato alcuni dei nostri cuochi e chef per scoprire il loro modo di vivere il cibo e cosa li ha spinti a perseguire questa strada. Passione, disciplina, ambizione o altro? Ecco cosa ci hanno detto!
Il cibo e la cucina sono sempre stati elementi di famiglia, quindi per me il cibo è vita. Sono cresciuto in una famiglia in cui il cibo era una parte importante della nostra routine quotidiana: avevamo una piccola trattoria, un negozio di alimentari e una piccola pensione, per cui ero letteralmente circondato dal cibo. Pertanto, diventare uno chef è sempre stato il mio sogno. Fin dall'età di 8 anni ho avuto la passione per la cucina, ai tempi mi svegliavo e preparavo la colazione per tutti: questo mi rendeva molto felice. Ricordo ancora con quanta passione aiutavo mia madre o i miei nonni al ristorante e così, appena cresciuto, ho deciso di andare all'estero per studiare e ampliare i miei orizzonti culinari.
Se dovessi dare un consiglio a tutti i giovani aspiranti chef, li incoraggerei caldamente ad allontanarsi da casa, a concentrarsi sul proprio obiettivo senza badare ai sacrifici, a vedere e imparare cose nuove e a continuare a mettersi alla prova.
Oggi, dopo molti anni di gestione di ristoranti e di cucina, non è cambiato nulla: il mio amore è sempre lo stesso. Ora lavoro all'Ospedale Valduce e preparare i pasti per i pazienti è una grande responsabilità perché si ha a che fare con persone davvero fragili e con il proprio lavoro li si deve aiutare a recuperare a rimettersi in forze.
Filippo Ronchetti, 57 anni, Ospedale Valduce, Como, Lombardia
Se dovessi dare un consiglio a tutti i giovani aspiranti chef, li incoraggerei caldamente ad allontanarsi da casa, a concentrarsi sul proprio obiettivo senza badare ai sacrifici, a vedere e imparare cose nuove e a continuare a mettersi alla prova.
Oggi, dopo molti anni di gestione di ristoranti e di cucina, non è cambiato nulla: il mio amore è sempre lo stesso. Ora lavoro all'Ospedale Valduce e preparare i pasti per i pazienti è una grande responsabilità perché si ha a che fare con persone davvero fragili e con il proprio lavoro li si deve aiutare a recuperare a rimettersi in forze.
Filippo Ronchetti, 57 anni, Ospedale Valduce, Como, Lombardia
Ho sempre amato cucinare. Essendo io stessa una mamma, i pasti sani ed equilibrati sono sempre stati una priorità per me e per i miei figli. E proprio questa è stata la mia più grande ispirazione: far amare il cibo sano alle persone e soprattutto ai bambini e renderli più felici attraverso i miei piatti. Guardare i volti felici dei miei clienti e sentire i loro commenti positivi è profondamente gratificante.
Infatti, uno dei momenti più stimolanti e soddisfacenti di tutta la mia carriera è stato quando stavo visitando una delle scuole elementari per cui cucino. Un bambino mi si è avvicinato e con un enorme sorriso sul volto mi ha detto: "Questa zuppa di verdure è una zuppa a 5 stelle!". E ammettiamolo, non è facile far amare le verdure ai bambini!
Seguire questa carriera non è facile, richiede molto tempo ed energia e quindi bisogna amare ciò che si fa ed essere sempre aperti ad imparare cose nuove. Solo così si può progredire e migliorare.
Giulia Graziano, 46 anni, Centro Cottura di Trecate, Novara, Piemonte
Infatti, uno dei momenti più stimolanti e soddisfacenti di tutta la mia carriera è stato quando stavo visitando una delle scuole elementari per cui cucino. Un bambino mi si è avvicinato e con un enorme sorriso sul volto mi ha detto: "Questa zuppa di verdure è una zuppa a 5 stelle!". E ammettiamolo, non è facile far amare le verdure ai bambini!
Seguire questa carriera non è facile, richiede molto tempo ed energia e quindi bisogna amare ciò che si fa ed essere sempre aperti ad imparare cose nuove. Solo così si può progredire e migliorare.
Giulia Graziano, 46 anni, Centro Cottura di Trecate, Novara, Piemonte
Sono arrivato in Italia a 20 anni, non parlavo una parola di italiano, ma avevo bisogno di un lavoro: così ho iniziato a lavare i piatti in un piccolo ristorante. Avevo già frequentato una scuola alberghiera, ma non avrei mai immaginato di avere una tale passione per la cucina. Un giorno il cuoco del ristorante in cui lavoravo se ne andò e il proprietario mi chiese di aiutarlo a cucinare. E così è iniziata la mia passione per la cucina!
Ora, diversi anni dopo, cucino per i residenti di una casa di riposo e finora è stato un viaggio molto interessante. Nel corso della mia carriera ho imparato a esprimere le mie idee attraverso i miei piatti e a trovare ispirazione negli ingredienti freschi e di stagione, ma soprattutto ho imparato ad ascoltare, a essere umile e a rispettare i miei colleghi, i miei clienti, gli ingredienti che utilizzo e l'ambiente. E, secondo me, queste sono le caratteristiche che possono rendere grande uno chef!
Sava Maria Timis, 40 anni, Casa di Riposo Villa Belvedere, Treviso, Veneto
Ora, diversi anni dopo, cucino per i residenti di una casa di riposo e finora è stato un viaggio molto interessante. Nel corso della mia carriera ho imparato a esprimere le mie idee attraverso i miei piatti e a trovare ispirazione negli ingredienti freschi e di stagione, ma soprattutto ho imparato ad ascoltare, a essere umile e a rispettare i miei colleghi, i miei clienti, gli ingredienti che utilizzo e l'ambiente. E, secondo me, queste sono le caratteristiche che possono rendere grande uno chef!
Sava Maria Timis, 40 anni, Casa di Riposo Villa Belvedere, Treviso, Veneto
Ho scoperto la mia passione per la cucina all'età di 13 anni ed è stata la mia curiosità per il cibo a ispirarmi. Mi ricordo di me alle feste e agli eventi: mentre tutti gli altri cercavano di divertirsi, il mio obiettivo era osservare il processo di preparazione di ogni singolo piatto e conoscere tutti i diversi ingredienti utilizzati dai cuochi.
E anche se all'inizio della mia carriera ho lavorato in una pasticceria, negli ultimi 25 anni circa mi sono dedicata alla cucina per i pazienti degli ospedali. Perché? Perché tutti meritano un pasto piacevole ed è quello che cerco di offrire!
Fare il cuoco non è un mestiere facile, ma il segreto del successo, oltre all'amore per ciò che si fa, è la precisione, l'organizzazione e la pulizia. Solo così si possono creare piatti equilibrati, che rispettano certe regole, ma che sono comunque deliziosi!
Anna Maria Rosetti, 63 anni, Ospedale Carlo Urbani, Ancona, Marche
E anche se all'inizio della mia carriera ho lavorato in una pasticceria, negli ultimi 25 anni circa mi sono dedicata alla cucina per i pazienti degli ospedali. Perché? Perché tutti meritano un pasto piacevole ed è quello che cerco di offrire!
Fare il cuoco non è un mestiere facile, ma il segreto del successo, oltre all'amore per ciò che si fa, è la precisione, l'organizzazione e la pulizia. Solo così si possono creare piatti equilibrati, che rispettano certe regole, ma che sono comunque deliziosi!
Anna Maria Rosetti, 63 anni, Ospedale Carlo Urbani, Ancona, Marche
La cucina per me è una forma d'arte. In realtà mi è sempre piaciuto dipingere, ma alla fine ho intrapreso una carriera nell'industria alimentare. Il processo di creatività culinaria mi ispira veramente e mi espone a nuove idee e a piatti migliori.
La creatività e la passione giocano un ruolo fondamentale nella mia vita: mi piace particolarmente aggiungere un tocco di freschezza ai piatti e in questo modo i miei clienti non devono mai mangiare un piatto noioso!
Tuttavia è necessario saper combinare creatività e disciplina. Essere uno chef è mentalmente impegnativo: significa perdere le vacanze o i fine settimana, significa dedizione e sacrifici. Ma, finché lo si ama, ne vale la pena!
Elena Zucchi, 52 anni, Mensa Universitaria Rizzi - ARDIS, Udine, Friuli-Venezia Giulia
La creatività e la passione giocano un ruolo fondamentale nella mia vita: mi piace particolarmente aggiungere un tocco di freschezza ai piatti e in questo modo i miei clienti non devono mai mangiare un piatto noioso!
Tuttavia è necessario saper combinare creatività e disciplina. Essere uno chef è mentalmente impegnativo: significa perdere le vacanze o i fine settimana, significa dedizione e sacrifici. Ma, finché lo si ama, ne vale la pena!
Elena Zucchi, 52 anni, Mensa Universitaria Rizzi - ARDIS, Udine, Friuli-Venezia Giulia
Ho sempre avuto un rendimento insufficiente a scuola, perché non mi interessavano le materie insegnate. Da quando mio padre mi ha iscritto a una scuola di cucina, mi si è aperto un mondo completamente nuovo. Mi piaceva studiare i diversi ingredienti, l'impatto del cibo sulla nostra salute e l'energia e i nutrienti che ogni ricetta fornisce. E naturalmente mi piaceva preparare i miei piatti e condividerli con gli altri.
Per me cucinare significa condividere. Si condividono momenti importanti e obiettivi comuni con il proprio team e allo stesso tempo si crea un legame con i clienti attraverso i piatti.
Ora lavoro in una casa di riposo a Pontevico e di tanto in tanto faccio visita ai residenti per ricevere i loro commenti. Mi capita di ascoltare le loro storie culinarie o i loro vecchi ricordi e tutto questo mi conferma sempre più che, in fondo, il cibo è profondamente legato a noi e può davvero avvicinarci!
Marco Torresani, 46 anni, Casa di Riposo Fondazione Giroldi Forcella Ugoni, Pontevico, Brescia
Per me cucinare significa condividere. Si condividono momenti importanti e obiettivi comuni con il proprio team e allo stesso tempo si crea un legame con i clienti attraverso i piatti.
Ora lavoro in una casa di riposo a Pontevico e di tanto in tanto faccio visita ai residenti per ricevere i loro commenti. Mi capita di ascoltare le loro storie culinarie o i loro vecchi ricordi e tutto questo mi conferma sempre più che, in fondo, il cibo è profondamente legato a noi e può davvero avvicinarci!
Marco Torresani, 46 anni, Casa di Riposo Fondazione Giroldi Forcella Ugoni, Pontevico, Brescia
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