Perché il tema dell’inclusione sul posto di lavoro è sempre più importante nel 2022?
Negli ultimi anni temi come la diversità e l'inclusione sul posto di lavoro sono stati argomenti di discussione importantissimi. Ma nell'era post-pandemica, qual è il vero significato e valore di questi termini?
È un dato di fatto: i modelli e gli ambienti di lavoro sono cambiati. Flessibilità, lavoro da casa e benessere mentale sono diventate priorità assolute per le aziende e i rispettivi collaboratori. Quindi, in un mondo che continua ad evolversi, le imprese come possono davvero incentivare l’inclusione e la diversità evitando di incappare nei soliti luoghi comuni?
Alessandro Cench, HR, Selection & Organization Manager di Markas, ha risposto alle nostre domande condividendo il proprio punto di vista sulle priorità da risolvere in tema di inclusione e sulle sfide che i datori di lavoro dovranno affrontare nel 2022.
È un dato di fatto: i modelli e gli ambienti di lavoro sono cambiati. Flessibilità, lavoro da casa e benessere mentale sono diventate priorità assolute per le aziende e i rispettivi collaboratori. Quindi, in un mondo che continua ad evolversi, le imprese come possono davvero incentivare l’inclusione e la diversità evitando di incappare nei soliti luoghi comuni?
Alessandro Cench, HR, Selection & Organization Manager di Markas, ha risposto alle nostre domande condividendo il proprio punto di vista sulle priorità da risolvere in tema di inclusione e sulle sfide che i datori di lavoro dovranno affrontare nel 2022.
Perché l’inclusione è così importante?
L'inclusione sul posto di lavoro è sempre stata importante. Tuttavia, ora più che mai, costruire un ambiente lavorativo inclusivo non è solamente una cosa giusta da fare, ma è, a tutti gli effetti, un condizione irrinunciabile.
Il 2021 è stato caratterizzato dal cosiddetto "The Great Resignation": ovvero una tendenza che ha condotto molte persone a rivalutare le proprie priorità, decidendo in molti casi di lasciare il lavoro. Questa attitudine, non solo ha portato a una carenza di talenti all’interno della maggior parte delle aziende, ma ha anche fatto sì che i collaboratori stessi si concentrassero maggiormente sul benessere e sull'equilibrio tra lavoro e vita privata. Ora, infatti, le persone cercano ambienti lavorativi mentalmente sani, dove sentirsi accettate, rispettate e motivate.
Impegnarsi a sviluppare una cultura del lavoro inclusiva può sicuramente aiutare le aziende a creare un senso di 'unione', di empowerment e di conseguenza a combattere il grande problema delle dimissioni di massa.
In altre parole: creare una cultura organizzativa in cui la 'Chiellinigkeit', ovvero la capacità di fare il proprio lavoro e allo stesso tempo di goderselo il più possibile, gioca un ruolo centrale è fondamentale. Questa visione infatti può avere un enorme impatto sulle prestazioni di un'azienda, non solo quando si tratta di innovazione o creatività, ma anche in termini di produttività.
L'inclusione sul posto di lavoro è sempre stata importante. Tuttavia, ora più che mai, costruire un ambiente lavorativo inclusivo non è solamente una cosa giusta da fare, ma è, a tutti gli effetti, un condizione irrinunciabile.
Il 2021 è stato caratterizzato dal cosiddetto "The Great Resignation": ovvero una tendenza che ha condotto molte persone a rivalutare le proprie priorità, decidendo in molti casi di lasciare il lavoro. Questa attitudine, non solo ha portato a una carenza di talenti all’interno della maggior parte delle aziende, ma ha anche fatto sì che i collaboratori stessi si concentrassero maggiormente sul benessere e sull'equilibrio tra lavoro e vita privata. Ora, infatti, le persone cercano ambienti lavorativi mentalmente sani, dove sentirsi accettate, rispettate e motivate.
Impegnarsi a sviluppare una cultura del lavoro inclusiva può sicuramente aiutare le aziende a creare un senso di 'unione', di empowerment e di conseguenza a combattere il grande problema delle dimissioni di massa.
In altre parole: creare una cultura organizzativa in cui la 'Chiellinigkeit', ovvero la capacità di fare il proprio lavoro e allo stesso tempo di goderselo il più possibile, gioca un ruolo centrale è fondamentale. Questa visione infatti può avere un enorme impatto sulle prestazioni di un'azienda, non solo quando si tratta di innovazione o creatività, ma anche in termini di produttività.
Quali sono i passaggi chiave per costruire un ambiente di lavoro veramente inclusivo?
Ci sono alcuni elementi determinanti che contribuiscono all’insediamento di una cultura lavorativa inclusiva. Prima di tutto è necessaria la presenza di una 'leadership gentile': ovvero un leader con la capacità di creare un ambiente di lavoro dove le persone possano essere ascoltate, possano proporre suggerimenti, prendere iniziative ed esporre apertamente la propria opinione.
Oltre a ciò è necessario instaurare anche un approccio di 'leadership collettiva', che riconosca i punti di forza, le abilità e i talenti unici dei collaboratori. In questo modo le persone potranno sentirsi apprezzate, fidate e valorizzate, facendo quindi leva sulle loro capacità senza sentirsi però stressate o escluse.
Allo stesso modo anche offrire opportunità di apprendimento su misura è altrettanto importante. Capire in cosa è bravo ogni collaboratore e aiutarlo a sviluppare ulteriormente i propri punti di forza, non solo permette ai team di raggiungere obiettivi condivisi, ma anche ai singoli di essere riconosciuti e apprezzati.
Anche il tema della flessibilità è strettamente legato a quello dell'inclusione. Permettere ai collaboratori di scegliere dove o quando lavorare può aiutare i genitori, per esempio, a tornare al lavoro o minimizzare le disuguaglianze di genere. La mancanza di flessibilità non solo può essere stressante, ma allo stesso modo non permette alle aziende di attrarre quanti più talenti possibili.
Ci sono alcuni elementi determinanti che contribuiscono all’insediamento di una cultura lavorativa inclusiva. Prima di tutto è necessaria la presenza di una 'leadership gentile': ovvero un leader con la capacità di creare un ambiente di lavoro dove le persone possano essere ascoltate, possano proporre suggerimenti, prendere iniziative ed esporre apertamente la propria opinione.
Oltre a ciò è necessario instaurare anche un approccio di 'leadership collettiva', che riconosca i punti di forza, le abilità e i talenti unici dei collaboratori. In questo modo le persone potranno sentirsi apprezzate, fidate e valorizzate, facendo quindi leva sulle loro capacità senza sentirsi però stressate o escluse.
Allo stesso modo anche offrire opportunità di apprendimento su misura è altrettanto importante. Capire in cosa è bravo ogni collaboratore e aiutarlo a sviluppare ulteriormente i propri punti di forza, non solo permette ai team di raggiungere obiettivi condivisi, ma anche ai singoli di essere riconosciuti e apprezzati.
Anche il tema della flessibilità è strettamente legato a quello dell'inclusione. Permettere ai collaboratori di scegliere dove o quando lavorare può aiutare i genitori, per esempio, a tornare al lavoro o minimizzare le disuguaglianze di genere. La mancanza di flessibilità non solo può essere stressante, ma allo stesso modo non permette alle aziende di attrarre quanti più talenti possibili.
Quali sono, in termini di inclusione, le sfide che le aziende dovranno affrontare nel 2022?
La pandemia ha sicuramente cambiato il modo di lavorare delle persone e delle aziende. Il lavoro ibrido è diventato la norma perché trasmette sicuramente un maggior senso di fiducia e di autonomia. Tuttavia, c'è un rischio significativo: diversi mesi consecutivi di lavoro a distanza possono ridurre l'interazione sociale che aiuta le persone a connettersi tra loro e rappresenta il motore per sentirsi accettate. Per questo motivo le aziende dovranno investire in strumenti tecnologici ed innovativi oltre a trovare nuovi modi che permettano ad ogni collaboratore di considerarsi veramente e pienamente "incluso".
Un altro fattore di rischio sono certamente i cliché e i luoghi comuni che ruotano attorno a temi come la diversità e l'inclusione. Un errore da non commettere è legato al concetto di coerenza ovvero tra ciò che le aziende dicono di fare e ciò che poi effettivamente fanno. Una lacuna aziendale sotto questo punto di vista rischia di far perdere loro credibilità agli occhi dei collaboratori e delle altre parti interessate.
Anche i pregiudizi inconsci, che sono un comportamento umano naturale, possono rappresentare un rischio nascosto ed per questo motivo che le aziende devono fornire ai professionisti delle risorse umane o ai manager una formazione adeguata onde evitare, in questo modo, discriminazione o esclusione.
La pandemia ha sicuramente cambiato il modo di lavorare delle persone e delle aziende. Il lavoro ibrido è diventato la norma perché trasmette sicuramente un maggior senso di fiducia e di autonomia. Tuttavia, c'è un rischio significativo: diversi mesi consecutivi di lavoro a distanza possono ridurre l'interazione sociale che aiuta le persone a connettersi tra loro e rappresenta il motore per sentirsi accettate. Per questo motivo le aziende dovranno investire in strumenti tecnologici ed innovativi oltre a trovare nuovi modi che permettano ad ogni collaboratore di considerarsi veramente e pienamente "incluso".
Un altro fattore di rischio sono certamente i cliché e i luoghi comuni che ruotano attorno a temi come la diversità e l'inclusione. Un errore da non commettere è legato al concetto di coerenza ovvero tra ciò che le aziende dicono di fare e ciò che poi effettivamente fanno. Una lacuna aziendale sotto questo punto di vista rischia di far perdere loro credibilità agli occhi dei collaboratori e delle altre parti interessate.
Anche i pregiudizi inconsci, che sono un comportamento umano naturale, possono rappresentare un rischio nascosto ed per questo motivo che le aziende devono fornire ai professionisti delle risorse umane o ai manager una formazione adeguata onde evitare, in questo modo, discriminazione o esclusione.
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